Nella Giornata Internazionale dell’Educazione e a poche settimane dalle festività natalizie può essere utile fare un focus sulle figure professionali che si occupano di educazione a quattro zampe: che differenza c’è tra un veterinario comportamentalista, un educatore cinofilo e un addestratore?
Si tratta di esperti che lavorano in ambiti molti vicini ma attraverso specificità e qualifiche decisamente diverse.
24 gennaio: Giornata Internazionale dell’Educazione

La Giornata Internazionale dell’Educazione è stata istituita nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di innestare un tassello in più nel puzzle dello sviluppo sostenibile: soltanto attraverso una corretta informazione, istruzione ed educazione, infatti, si possono fare passi in avanti e porre basi più consapevoli per la nostra esistenza su questo pianeta. Invertire la rotta del cambiamento climatico può avere un impatto significativo a molti livelli, dalla povertà alle migrazioni climatiche agli eventi meteorologici estremi che stanno interessando tutto il mondo, ormai, con costanza.
Naturalmente, si tratta di un argomento che coinvolge anche gli animali.
Il ruolo del veterinario comportamentalista
Educare un cane è un’esperienza complessa e piena di insidie. Proprio come succede con i bambini, un’impostazione corretta e non improvvisata può avere un impatto decisivo sul temperamento che il nostro amico avrà da adulto, sulla vita che condurremo insieme e sulla qualità della nostra relazione; al netto, ovviamente, di eventuali traumi pregressi, problemi preesistenti o di altre contingenze sulle quali intervenire in autonomia potrebbe essere insufficiente. È il caso di cani adottati da adulti che, magari, hanno patito per anni la vita in canile, dei cuccioli abbandonati da precedenti proprietari o di errori commessi, persino in buona fede, durante il processo educativo avvenuto nei primi mesi di vita. Fortunatamente, in molti contesti si riesce ad intervenire e, con un po’ di impegno, si possono ottenere ottimi risultati. In altri, l’intervento di un professionista può essere l’unica strategia salvavita da considerare: basti pensare ad esemplari paurosi, ansiosi, inclini all’aggressività oppure incapaci di gestire i bisogni e di attendere il momento della passeggiata per liberarsi. Un amico non in grado di governare la propria paura o la propria indipendenza, oltretutto, è anche potenzialmente a rischio poiché impossibilitato a seguire il richiamo e le indicazioni del proprietario oltre che predisposto a sviluppare insicurezza, irruenza e ansia da separazione.
In questi e altri scenari, la figura del veterinario comportamentalista può davvero fare la differenza. Qualcuno lo definisce un terapeuta a quattro zampe: un medico veterinario specializzato attraverso un percorso teorico-pratico che gli ha fornito le competenze necessarie per diagnosticare, attenuare e/o risolvere disturbi del comportamento canino a vario titolo. I percorsi terapeutici che può valutare di intraprendere possono includere o meno anche la prescrizione di farmaci: volendo fare un paragone con la medicina umana, quindi, si tratta di un professionista più simile ad uno psichiatra che a uno psicologo; il suo ruolo può anche trovare una sinergia con altre professionalità a corredo. Vediamo quali.
Educatore cinofilo e addestratore: questione di obiettivi
Molte altre figure ruotano intorno all’ambito della cinofilia: educatori, addestratori e persino istruttori. Innanzitutto, bisogna specificare che non si tratta, in generale, di persone laureate come un comportamentalista ma abilitate da corsi specifici promossi da enti, organizzazioni e associazioni. Le differenze che intercorrono tra i vari ruoli possono essere apprezzate esaminandone gli obiettivi.
L’educatore cinofilo si occupa di inquadrare e ottimizzare la relazione cane-proprietario ma anche di armonizzare la vita del quattrozampe all’interno della società per “tutelare l’incolumità pubblica dall’aggressione” (Ordinanza Martini del 2009). Non c’è, quindi, nessuna finalità sportiva o di addestramento come, invece, accade per addestratori e istruttori.
Un istruttore cinofilo, in particolare, ha completato una formazione mirata ad accompagnare i cani verso la pratica degli sport cinofili (come l’Agility Dog e il Dog Triathlon). L’addestratore cinofilo, invece, è orientato allo sviluppo di particolari abilità: risposta al richiamo, gestione del guinzaglio, impartizione dei comandi e molto altro. In entrambi i casi, si tratta di professionisti che hanno non solo portato a termine un percorso formativo ma anche sostenuto un esame e completato un tirocinio.
Un’ultima precisazione. Non tutti conoscono la figura dell’operatore cinofilo, una sorta di assistente tecnico che affianca professionisti di livello superiore durante gare sportive e allenamenti grazie all’acquisizione, sempre attraverso corsi di formazione, di tutte le competenze di base utili per importantissime mansioni “cerniera”: tra queste, il dog walking, il dog sitting, il daycare; in alcuni casi, un operatore cinofilo può anche prestare servizio presso rifugi e canili.
Insomma, c’è un team completo e diversificato al servizio dei nostri amici!