Condividere il quotidiano con un cane è un’esperienza arricchente, che impatta e stravolge le nostre vite in tantissimi modi diversi: al rovescio della medaglia, però, c’è da ammettere che prenderci cura dei nostri amici può rivelarsi molto oneroso. Soprattutto quando nascono particolari esigenze legate all’età, a qualche patologia o allo stile di vita. La buona notizia, però, è che in sede di dichiarazione dei redditi ci spetta una sostanziosa detrazione delle spese veterinarie.

L’estate è il momento perfetto per distrarsi tra scampagnate e vacanze “a sei zampe” ma è anche la stagione che ci richiama al dovere: bisogna, infatti, cominciare ad organizzarsi per la presentazione degli obblighi fiscali. Per i nostri coinquilini pelosi non esiste ancora un servizio sanitario nazionale alla stregua di una “mutua” e questo sappiamo bene cosa implichi: ogni visita, vaccinazione, farmaco, consulto va a pesare sul bilancio familiare, per non parlare degli interventi chirurgici che, spesso, costano un occhio della testa. Molti non sanno, però, che una parte di questi oneri può essere recuperata – conservando le fatture – con la dichiarazione dei redditi; il tetto massimo della detrazione, anzi, è stato aumentato proprio di recente per andare incontro alle famiglie che possiedono uno o più animali da compagnia.

Detrazione spese veterinarie, fisco 2022

Detrazione spese veterinarie: tutto quello che c'è da sapere

Prima di scoprire nel dettaglio come detrarre le spese veterinarie dal modello 730 o redditi persone fisiche (ex Unico), partiamo subito con la novità introdotta quest’anno: come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il tetto massimo delle spese veterinarie detraibili è stato aumentato da 500 a 550 euro.

Ci sono, però, delle condizioni molto specifiche da rispettare per poterne beneficiare:

  • il pagamento delle cure/prestazioni veterinarie deve avvenire in maniera tracciabile (bonifico, bancomat, carta di credito etc) – fa eccezione soltanto l’acquisto di farmaci che vengono gestiti dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale);
  • le spese sostenute dal contribuente devono coinvolgere la cura dei propri animali domestici oppure di altri animali detenuti legalmente (anche per pratica sportiva);
  • la detrazione (dal 2020) spetta per intero quando il reddito complessivo non supera i 120mila euro; oltre, va a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 240mila euro;
  • la franchigia è fissata a 129,11 euro, il che significa che per spese veterinarie totali inferiori a questa cifra non si ha diritto ad alcuna detrazione.

Andiamo ancora più nel dettaglio riguardo a quest’ultimo punto.

In sostanza, le spese veterinarie sono detraibili (al 19%) soltanto per gli importi che superano la franchigia di 129,11 euro e si contengono entro un massimo di 550 euro; nel caso in cui gli esborsi sostenuti dovessero eccedere da questo limite è prevista una detrazione fissa pari ad 80 €.

Tutto questo vale per il singolo contribuente e a prescindere dal numero di animali posseduti.

 

Istruzioni

Come anticipato, le spese veterinarie eccedenti la franchigia possono essere detratte sia per chi presenta il modello 730 che per chi usufruisce dell’ex Unico (attuale modello redditi PF). Le condizioni sono esattamente le stesse ma cambiano i quadri di riferimento.

Per quanto riguarda il modello 730/2022, bisogna controllare che gli importi compaiano nel quadro E (rigo da E8 a E10), utilizzando il codice 29. Poiché con la Legge di Bilancio 2021 c’è l’obbligo della tracciabilità delle spese sostenute ai fini della detrazione, il modello precompilato dovrebbe già contenere tutto automaticamente; è sempre bene, però, controllare che i dati presenti siano corretti. Anche il calcolo della detrazione avviene in maniera automatica.

Nel modello redditi PF, invece, le spese veterinarie fanno capolino fra gli oneri detraibili nei righi da RP8 a RP13, sempre codice 29.

La scadenza per la presentazione del modello 730 relativa ai redditi 2021 è fissata al 30 settembre 2022; per i redditi PF, infine, i tempi si allungano fino al 30 novembre 2022.

La raccomandazione è di conservare (anche per qualche anno successivo) i documenti (fatture, scontrini etc) relativi alle spese sostenute e detratte, insieme a tutto ciò che fa riferimento alla proprietà degli animali coinvolti (libretto sanitario, documentazione ASL dell’applicazione del microchip, passaporto etc).

Esclusioni e spese sostenute da terzi

Da tutto questo discorso sono esclusi soltanto mangimi specifici (anche se medicati e/o prescritti dal veterinario di famiglia), la cura degli animali destinati all’allevamento e al consumo alimentare o alla riproduzione nonché di quelli legati, in qualunque forma, all’esercizio di attività commerciali o agricole.

Un’ultima precisazione riguarda il fatto che le spese veterinarie possono essere detratte non solo dai proprietari degli animali, ma anche da soggetti terzi: fondamentale, quindi, è conservare la fattura (o lo scontrino) intestata a chi ha sostenuto l’esborso, facendo attenzione che contenga il codice fiscale del diretto interessato e la natura della spesa (visita veterinaria, farmaci veterinati etc).