Quante volte ti è capitato di parlare con il tuo cane come se fosse una persona? Di raccontargli la giornata, chiedergli un consiglio, o anche solo dirgli quanto è bello? Se ti sei mai chiesto se sia normale, oggi arriva la conferma che aspettavi: sì, è normale. E no, non sei strano. Anzi… sei più intelligente della media.

Lo dice la scienza.

Lo dice la scienza. Letteralmente.

Nicholas Epley, professore di Scienze Comportamentali all’Università di Chicago, ha spiegato che attribuire caratteristiche umane agli animali – un processo noto come antropomorfismo – è in realtà una manifestazione della nostra intelligenza sociale. In un’intervista rilasciata a Quartz, ha affermato:

“Antropomorfizzare è il riflesso naturale della nostra capacità di comprendere e interpretare intenzioni, emozioni e desideri – anche quando appartengono a esseri diversi da noi.”
(Fonte: Nicholas Epley, Quartz, 2017)

Uno studio pubblicato su Animal Cognition ha dimostrato che i cani non solo rispondono al tono emotivo della voce umana, ma attivano le stesse aree cerebrali che noi utilizziamo per elaborare il linguaggio.

(Fonte: Andics et al., Animal Cognition, 2016)

Quindi sì, il tuo cane ti capisce più di quanto immagini.

Parlare al proprio cane è naturale. Farlo con stile, ancora meglio.

Da Labart Dog crediamo che il rapporto con il proprio cane sia fatto di gesti, attenzioni e piccoli rituali quotidiani. Un collare ben fatto, una pettorina comoda, un guinzaglio bello e funzionale non sono solo oggetti, ma strumenti di comunicazione.

Perché il tuo cane ti ascolta davvero. E quando gli parli, stai costruendo un legame. Lo stai educando, coccolando, rassicurando. E ora sai che, nel farlo, non sei strano. Sei semplicemente una persona empatica, con un’intelligenza emotiva sopra la media.


Fonti:

  • Epley, N. (2017). Why do we anthropomorphize animals? Quartz.

  • Andics, A., Gábor, A., Gácsi, M., Faragó, T., Szabó, D., & Miklósi, Á. (2016). Voice-sensitive regions in the dog and human brain are revealed by comparative fMRI. Animal Cognition, Springer.