Organizzare una vacanza con i propri amici a quattro zampe, fino a qualche tempo fa, non era per niente semplice: moltissime spiagge, un’infinità di alberghi e tantissime strutture ricettive non consentivano l’accesso ai nostri coinquilini pelosi. Oggi le cose cominciano a cambiare ed è possibile progettare anche dei viaggi all’estero con la famiglia al completo: ma quand’è che bisogna equipaggiarsi di un passaporto per cani?

Carta d’identità e certificati vari non sono solo “scartoffie” per umani. D’altronde, i nostri cani sono identificabili (per legge) attraverso un numero di microchip e possiedono un libretto sanitario che racconta la  loro storia veterinaria. Ma c’è un altro documento che viene spesso richiesto, soprattutto in contesto di viaggi internazionali, e che non tutti conoscono in maniera approfondita: il passaporto.

Il passaporto per cani: cos’è e a cosa serve

Passaporto per cani: le info

Proprio come il suo corrispettivo per umani, il passaporto per cani è un documento che serve a varcare i confini nazionali e a raggiungere mete estere in tutta sicurezza, potendo dimostrare l’appartenenza del nostro cucciolo al nucleo familiare. Ma non solo.

Il passaporto per animali da compagnia (è utilizzato anche per gatti e furetti) è necessario per tutti gli spostamenti anche commerciali – all’interno del territorio UE in riferimento al Regolamento Europeo n. 576/2013. Il documento individuale viene rilasciato dai Servizi Veterinari delle ASL territoriali soltanto a fronte della presenza di un tatuaggio leggibile (effettuato prima del 3 luglio 2011) o di un microchip registrato all’Anagrafe Regionale degli Animali d’Affezione. Vengono, in questo modo, definiti anche il proprietario e la persona autorizzata al trasporto dell’animale (munita di delega, scritta e firmata dal proprietario). La normativa prevede che si possano accompagnare, in un singolo viaggio, fino a 5 animali per volta: al di sopra di questa cifra, la transazione è considerata di default a scopo commerciale e bisogna, perciò, contattare il personale amministrativo per fornire documentazioni extra.

La procedura per il rilascio

Molti Paesi esteri richiedono alcune vaccinazioni specifiche per ammettere i nostri animali sul territorio: i passaporti per cani sono deputati a controllare anche questo aspetto.

Per il rilascio del documento, infatti, il proprietario deve recarsi all’ASL veterinaria locale, accompagnato dal proprio amico, provvisto di:

  • certificato di avvenuta applicazione del microchip/tatuaggio;
  • libretto sanitario attestante tutte le vaccinazioni ordinarie e straordinarie, a seconda del Paese ospitante (in genere, bisogna fare l’antirabbica e partire entro la data del richiamo o quella stabilita dal regolamento del Paese d’arrivo).

In più, se le vaccinazioni vengono effettuate dopo l’ottenimento del passaporto, possono essere direttamente registrate sul documento rendendo la consultazione più immediata e semplice al personale addetto al controllo.

Quarantena, razze vietate e altre criticità

Nonostante il regolamento europeo e internazionale sia abbastanza omogeneo, esistono moltissime criticità ed informarsi preventivamente per non incappare in brutte sorprese è d’obbligo: soprattutto in tempi di pandemia, i controlli si sono inaspriti e le normative locali sono state, in alcuni casi, modificate per ostacolare la diffusione del contagio.

Per fare qualche esempio, nel 2021 gli Stati Uniti hanno vietato l’ingresso ai cani provenienti da un centinaio di Paesi; nel Regno Unito, fino al 2012, gli animali erano obbligati ad affrontare una breve quarantena e l’introduzione di alcune razze (soprattutto di taglia grande, cosa che accade ancora oggi) era tassativamente vietata; la Finlandia, invece, richiede il trattamento preventivo contro l’Echinococcus (una tenia) in un tempo di massimo 120 ore prima dell’arrivo in loco; in altri Paesi, infine, sono richiesti alcuni esami clinici/diagnostici ed una titolazione anticorpale particolare.

Insomma, l’unico modo per viaggiare sereni è farsi consigliare dai veterinari e dal personale ASL riguardo al proprio specifico percorso.

Durata e raccomandazioni

Due puntualizzazioni importantissime per non farsi cogliere impreparati:

  • in genere, l’ASL di riferimento richiede il pagamento di una piccola somma per il rilascio del passaporto (che si aggira intorno ai 30 euro);
  • il documento non viene consegnato nell’immediatezza della richiesta; in alcuni casi potrebbero volerci anche dai 7 ai 10 giorni, quindi meglio anticiparsi.

Inoltre, proprio come il nostro passaporto, anche quello per cani ha una data di scadenza che, in realtà, è legata alla durata delle vaccinazioni richieste dal Paese ospitante: per rinnovarlo, quindi, basterà ripetere i vaccini e versare una piccola somma (solitamente inferiore a quella richiesta per il primo rilascio).

Qualora l’antirabbica e/o gli altri titoli anticorpali siano ripetuti autonomamente, il passaporto può considerarsi rinnovato in automatico (anche se è sempre meglio confrontarsi con l’ASL per assicurarsi che non sia necessario compilare qualche modulo o, appunto, versare la somma richiesta per rendere il tutto effettivo).

Ultimo consiglio: meglio controllare che le compagnie scelte per il viaggio (in treno, nave, aereo, bus etc) non richiedano anche l’utilizzo di un trasportino, una museruola o un guinzaglio corto e non allungabile.

Al netto di queste poche e semplici raccomandazioni, resta solo da infilare la pettorina o il collare ai nostri amici e partire!