I parassiti sono nemici quasi invisibili per la salute dei nostri cani, eppure incredibilmente percolosi. Oggi ci occupiamo delle zecche, tra informazione, prevenzione e rimedi.

Per tenere al sicuro i nostri amici a quattro zampe e l’intera famiglia.

Zecche: cosa c’è da sapere?

Parassiti e prevenzione: come proteggere il cane dalle zecche

Le zecche fanno parte di un particolare sottordine di acari e sono, a tutti gli effetti, degli artropodi, appartenenti alla stessa classe degli aracnidi e, quindi, dei ragni. Sono parassiti ematofagi, cioè che si nutrono del sangue di altri animali trafiggendone la cute e fissandovisi saldamente.

Il pericolo maggiore deriva proprio dal fatto che sono in grado di veicolare patogeni – assunti in precedenza dal sangue di un altro animale infetto – attraverso saliva e rigurgito alimentare: virus , batteri, protozoi, elminti e microrganismi di varia natura che possono rivelarsi estremamente rischiosi non solo per i nostri cani, ma per la nostra stessa salute.

Le malattie più comuni veicolate dalle zecche

Tra le patologie più facilmente trasmissibili attraverso l’interazione con una o più zecche ci sono rickettsiosi ed ehrlichiosi, malattie infettive (contraibili anche dall’uomo) che possono evolvere in modalità piuttosto grave, diventando molto difficili da debellare: in genere si manifestano con febbre alta, dolori articolari e altri sintomi a carico dell’apparato nervoso-scheletrico, ma anche sonnolenza, perdita di appetito e conseguente dimagrimento.

La diagnosi viene fatta attraverso degli specifici esami del sangue e la terapia, di solito, include diverse settimane di antibiotici. Non intervenire nell’immediato significa sottoporre i nostri cuccioli a pericoli ancora maggiori!

Prevenzione e rimedi

C’è una cosa molto importante da sapere: le zecche, come abbiamo visto, fungono da serbatoio per eventuali patogeni e sono in grado di trasmetterli ad altri animali fino a 150 giorni dal distacco dall’ospite!

Questo fa capire quanto sia importante essere costanti e precisi nella prevenzione.

La prima cosa da fare è trattare i nostri cani con i giusti antiparassitari, rispettando le cadenze temporali indicate sulla confezione: se si vive in zone non particolarmente interessate da queste infestazioni (se non nelle stagioni più calde), il consiglio è di cominciare il trattamento almeno un mese prima dell’inizio della primavera (verso fine febbraio), controllando regolarmente che il manto sia libero da parassiti (e da forasacchi!). Esistono diversi prodotti in commercio, ovviamente non bisogna abusarne o esagerare o, peggio, combinarli tra loro senza l’approvazione del veterinario: il rischio potrebbe essere una vera e propria intossicazione!

Antiparassitari comuni

Le soluzioni da provare sono tantissime:

  • collari antiparassitari (lunga durata, ma occhio alle sostanze contenute, ad eventuali allergie e a possibili effetti collaterali sul lungo periodo);
  • pipette spot-on (durata di circa 28 giorni, applicazione interscapolare lontana da bagno/tolettatura);
  • spray (da “spalmare” sul corpo del cane attraverso dei massaggi, ma facile ad essere leccato/ingerito prima dell’assorbimento totale);
  • shampoo (utile per il bagnetto nelle stagioni calde, ma comunque da distanziare temporalmente dall’applicazione della pipetta o dello spray);
  • trattamento orale (pillole che evitano il rischio leccamento, ma possono rivelarsi “pesanti” da assumere, soprattutto per soggetti allergici).

Come eliminare le zecche?

Una prevenzione ben strutturata eviterà qualunque interazione tra il nostro cane e questi parassiti, ma come agire quando la zecca si è già attaccata alla pelle?

Si può intervenire in molti modi diversi, a seconda della situazione: il consiglio è quello di farlo subito con l’aiuto di una pomata apposita, di aceto di sidro, se disponibile, che funge da repellente e dovrebbe farla staccare, o di una pinzetta, facendo molta attenzione a non schiacciare l’animale con tutto il suo carico di sangue a contatto con la cute ferita del nostro compagno a quattro zampe.

In alternativa, è possibile riferirsi ad un veterinario, che agirà con cognizione e potrà anche prescrivere, in caso si renda necessario, eventuali antibiotici.