Quei due sono come cane e gatto“. Quante volte abbiamo pronunciato questa frase? Si tratta di un antico modo di dire che si usa per persone che non riescono proprio ad andare d’accordo o, peggio, litigano continuamente anche in maniera aggressiva. Eppure la convivenza tra questi due animali può essere non solo possibile, ma piacevole e molto istruttiva!

Ecco, quindi, una piccola guida pratica per avverare il sogno di una coabitazione pacifica e affettuosa!

Consigli pratici introduttivi

Guida pratica alla convivenza tra cane e gatto

I social pullulano di foto incredibili, in cui cani e gatti giocano, si rincorrono, dividono il cibo o, addirittura, allattano cuccioli rimasti orfani, senza badare alla razza o alla specie.

Ma è sempre possibile puntare ad uno scenario idilliaco di questo tipo?

I fattori da tenere in considerazione sono tanti: ogni animale ha la propria indole ed un carattere ben specifico, fermo restando che è sicuramente più facile inserire un gatto – cucciolo – in una casa dove vive già un cane che viceversa. Ma la raccomandazione generale si basa su un’unica parola: gradualità.

Un inserimento brusco, improvviso, maldestro potrebbe avere conseguenze imprevedibili… e persino fatali. I nostri amici a quattro zampe hanno un senso molto spiccato del territorio e del nucleo e vedono qualunque altro animale – ma anche essere umano non appartenente alla sua famiglia – come un intruso; con tutte le implicazioni del caso.

Quindi, prima di proporre il nuovo arrivato a casa, può essere un’ottima idea sistemarlo in una stanza separata e far annusare un panno “intriso” del suo odore al suo futuro coinquilino peloso. In questo modo, è come se facessero una prima conoscenza, soft e olfattiva, che potrà continuare facendo “scambi di stanza”.

Questa fase può durare 24 ore o anche più, a seconda dei casi. Quando saranno entrambi tranquilli, si può passare allo step successivo: la conoscenza visiva. E qui, occhio alla gelosia, perché potrebbe svilupparsi molto facilmente dimostrando cure e attenzioni solo per il nuovo piccolo!

La tattica migliore è tenere i due protagonisti a distanza (magari con l’aiuto di un cancelletto per bambini o di un trasportino, evitando, invece, il guinzaglio) ma coccolarli equamente, con un tono di voce sempre sereno ed accogliente. Niente sfide, premietti o pappa per non creare sensazioni di pericolo o di sofferenza. In questo modo comincerà la costruzione di un rapporto più genuino e sicuro, basato sull’accettazione reciproca e sulla fiducia – che non deve mai mancare – nel proprio padrone e nel suo incondizionato affetto.

Anche qui, i tempi possono cambiare di caso in caso, ma è fondamentale osservare le reazioni dei due animali e andare avanti, verso la prossima fase, soltanto quando saranno totalmente pacifiche.

Due tipi di comunicazione molto diverse

Nel cominciare il grande passo verso la conoscenza fisica, è impossibile non considerare il fatto che si tratti di due specie che affrontano la vita in modi molto diversi: un cane di indole giocosa potrebbe essere così tanto felice di incontrare un gatto da avvicinarglisi immediatamente, scodinzolando, per annusarlo e “guadagnare” qualche informazione; il gatto, dal canto suo, preferisce le distanze e la discrezione, “studiando” gli estranei osservandoli da lontano e per un lasso di tempo decisamente maggiore: insomma, l’irruenza del cane potrebbe generare uno scatto di allontanamento del gatto, pochi secondi di caos e di stress che potrebbero trasformarsi in un inseguimento (a causa dell’istinto predatorio del cane) poco piacevole… e dagli esiti imprevedibili.

Quindi, le parole da tenere a mente, in questa fase, sono tre: supervisione, tempo, distanza.

Poco a poco, gli spazi potranno cominciare a coincidere, la lontananza potrà trasformarsi in vicinanza ed il lavoro sarà finito. Faticoso, certo, ma di grande soddisfazione!

Quando evitare a priori la convivenza?

Una convivenza tra cane e gatto è quasi sempre possibile, con le giuste attenzioni, ma viene sconsigliata dagli esperti in caso di cani di taglia grande con problemi di socialità interspecifica o iperattivi/eccitabili o, ancora, che hanno rivelato in passato un’indole aggressiva nei confronti dell’altra specie.