La primavera è arrivata e, con le sue temperature piacevoli, è diventato ancora più importante proteggere il nostro cane attraverso l’antiparassitario più idoneo. Tra pipette, spray, compresse e collari, come orientarsi?
Innanzitutto, bisogna fare una raccomandazione importante: nonostante gran parte dei parassiti a cui sono soggetti i nostri quattro zampe prolifichino maggiormente in climi caldi e umidi, questo non ne implica l’assenza nelle stagioni più fredde. Pulci e zecche, infatti, hanno imparato ad adattarsi anche a basse temperature e possono infestare i nostri amici persino in pieno inverno, motivo per il quale i veterinari consigliano un’attenta profilassi continuativa che coinvolga tutti i mesi dell’anno.
Detto questo, ovviamente, restano le precauzioni maggiori da prendere nei delicati momenti di cambio stagione, quando il sole si fa più caldo, le piogge si alternano alle belle giornate e giardini, parchi urbani e spazi verdi (ma non solo) ricreano l’habitat più invitante per pulci, zecche e altri indesiderati.
Parassiti, vettori di fastidi e patologie
Solo immaginando dei minuscoli insetti che ci camminano addosso e ci pizzicano per succhiarci il sangue possiamo cercare di comprendere cosa provano i nostri cani quando vengono attaccati dai parassiti.
Ma non è solo una questione di fastidio. Come abbiamo visto qualche tempo fa in un articolo dedicato, ci sono diverse malattie che vengono veicolate dalle zecche (come quelle infettive della rickettsiosi ed ehrlichiosi) che possono diventare molto difficili da debellare e portare complicazioni anche molto gravi. Allo stesso modo, ci sono molti cani che sono allergici al morso della pulce (si parla di DAP, Dermatite Allergica da morso di Pulce), manifestando problemi cutanei di varia entità. Per non parlare del pericolo della Leishmaniosi, malattia infettiva endemica del Sud Italia veicolata da flebotomi (un insetto ematofago simile ad una piccola zanzara): una patologia che, per Regolamento di Polizia Veterinaria, è soggetta a segnalamento; tanto che le ASL veterinarie offrono ai cani padronali un esame gratuito annuale o a cadenze regolari per lavorare di prevenzione ed eventualmente intercettare in anticipo il problema. In molti di questi casi, oltretutto, si tratta di infezioni che possono colpire anche l’uomo, soprattutto bambini e anziani immunodepressi; senza contare l’infausta possibilità di ritrovarsi un’infestazione domestica (proprio come succede con gli acari, di cui le zecche sono un sottordine).
Antiparassitari: quanti tipi esistono?
Esistono tantissimi tipi di antiparssitari che vanno scrupolosamente utilizzati seguendo le istruzioni riportate sulla confezione e, soprattutto, rispettando le giuste cadenze temporali in modo da non lasciare mai scoperti i nostri amici.
I più comuni sono:
- pipette spot-on – comodi dispenser sagomati che facilitano l’applicazione interscapolare, la loro azione dura circa 28 giorni (o anche 12 settimane);
- collari – contenenti diversi principi attivi, sono quelli che, in generale, danno la maggior efficacia e durata (6-8 mesi);
- compresse – dosaggio perfetto, durata simile a quella delle pipette, evitano incidenti da leccamento e, spesso, hanno un raggio di azione più ampio proteggendo anche da filaria, vermi polmonari, parassiti intestinali e altro;
- spray – da spruzzare su tutto il manto del cane, frizionando per qualche secondo con guanti di gomma per favorire l’assorbimento;
- shampoo – di breve durata ma coadiuvante utilissimo in caso di infestazioni severe.
Ognuna di queste soluzioni, però, presenta anche un rovescio della medaglia. Tutti gli antiparassitari contenenti permetrina, un ottimo repellente per zanzare e flebotomi, sono assolutamente tossici per i gatti, per cui è fondamentale evitarli nel caso il nostro cucciolo abbia un amico felino.
In più, cani con tendenze allergiche o pelle sensibile possono mal tollerare collari o, ancora peggio, compresse antipulci; nel bugiardino si legge anche della possibilità di effetti collaterali sul lungo periodo.
Le pipette, in generale, rappresentano l’opzione migliore ma non tutti i padroni le trovano facili da utilizzare e, in ogni caso, non bisogna dimenticare che vanno applicate direttamente sulla cute e lontano da bagni e tolettature (anche se effettuati con shampoo antiparassitario) di almeno 24-48 ore.
Lo spray, infine, ha un grande difetto: dovendo ricoprire l’intero manto, è facile che venga leccato o ingerito dal cane prima di essere totalmente assorbito: una buona strategia potrebbe essere quella di applicarlo durante un pisolino in fase relax o, al contrario, prima di una passeggiata che lo tenga il più possibilmente distratto.
Come funzionano gli antiparassitari?
I principi attivi contenuti negli antiparassitari hanno lo scopo di uccidere parassiti e larve, impedendone la riproduzione.
Collari e pipette usano il film idrolipidico che ricopre la cute per diffondersi. Le compresse vengono assorbite a livello intestinale, entrando in circolo con il sangue e rendendolo tossico per i parassiti che se ne nutrono: non scongiurano, quindi, l’insorgenza di problemi legti alla DAP. Allo stesso modo, cani che si bagnano spesso (magari al mare) potrebbero riscontrare un’efficacia molto ristretta degli spot-on.
Insomma, ad ogni quattro zampe la sua soluzione personalizzata!