Quando un cane soffre di ansia di separazione, la convivenza familiare può riempirsi di molti momenti di preoccupazione e persino invalidanti. A ridosso delle vacanze estive, perciò, è giusto affrontare il problema nel dettaglio.

Nei casi in cui si rende evidente un disturbo del genere, in realtà, la manifestazione è sistematica e continua: ogni volta che bisogna allontanarsi dal proprio quattro zampe per sbrigare le normali attività quotidiane – dal lavoro alla spesa o anche soltanto spostarsi in un’altra stanza tenendo la porta chiusa – la sua reazione diventa di panico, iperattività, incessante richiesta di attenzioni. E questo può significare anche “grattare” la porta per cercare di entrare (rovinandola), abbaiare per ore disturbando la quiete dei vicini o, ancora, distruggere tutto quello che gli capita a tiro (scarpe, vestiti, borse, mobili, persino banconote scovate chissà dove!).

Senza contare il fatto che l’ansia da separazione provoca in questi animali una vera e propria sofferenza, uno stato emotivo di smarrimento che non consente loro di vivere la solitudine in serenità come un momento d’indipendenza e di semplice attesa. Ecco perché è fondamentale imparare a riconoscerla e a gestirla.

Ansia da separazione nel cane: come riconoscerla?

Cane e ansia da separazione: come gestirla?

Se il tuo cane mette in atto uno o tutti gli atteggiamenti descritti in precedenza, ci sono ottime possibilità che soffra di ansia da separazione. Ma ci sono altri segnali che puoi cogliere facilmente.

La prima cosa da sapere è che non esiste il tanto decantato concetto di “dispetto canino”: gli esperti concordano nell’interpretare questi comportamenti come manifestazioni di necessità che, di caso in caso, possono differenziarsi parecchio. Di base, ad esempio, se il tuo amico è ben educato ad espletare i suoi bisogni fuori casa ed è abituato alle pause quotidiane tra un’uscita e l’altra – che possono durare anche ore -, per quale motivo dovrebbe farti trovare deiezioni e pipì in giro dopo averlo lasciato solo per pochi minuti? Questa è una delle tante domande che devi porti.

Altra situazione-tipo: la convivenza in casa è quasi “asfissiante”, nel senso che il tuo cane ti segue ovunque e cerca continuamente il contatto fisico, anche minimo. Magari, rientri da una breve uscita (o da una sosta in un luogo della casa a lui inaccessibile) e lo vedi partire con feste eccessive, quasi “aggressive”.

Ecco, se ti riconosci in questi scenari abbiamo qualche suggerimento da darti.

Un disturbo comportamentale

Troppi proprietari di cani sottovalutano il problema dell’ansia da separazione, dimenticando che si tratta di un vero e proprio disturbo comportamentale noto anche agli psicologi infantili poiché presente in tantissimi bambini. Tecnicamente di parla di SAD (Separation Anxiety Disorder) e le cause che possono instillare una difficoltà psicologica del genere sono diverse. Molti cani, ad esempio, hanno un passato traumatico sconosciuto: pensiamo a quelli che vengono raccolti dalla strada, strappati a condizioni di maltrattamento o adottati dai canili; per non parlare di tutti quegli animali provenienti da allevamenti illegali o allontanati troppo presto dalla madre.

Di base, però, i veterinari concordano nell’affermare che il disturbo d’ansia da separazione insorga maggiormente nei casi in cui si sia impostato male il rapporto tra umani e quattro zampe. Il problema, infatti, può manifestarsi anche con persone della famiglia diverse dal “padrone”. Bisogna, quindi, lavorare – e farlo bene – sull’interazione reciproca.

Interazione umano-cane: qualche consiglio

Qualche tempo fa abbiamo parlato di educazione e rinforzo positivo: un tassello importantissimo da tenere in considerazione nel caso del disturbo d’ansia da separazione. Quando torniamo a casa e il cane ha “fatto il cattivo”, paradossalmente, sgridarlo significa mettere in atto un comportamento controproducente per il problema che vive. Quello che è consigliabile fare è esattamente l’opposto: premiarlo quando “fa il bravo”, in modo che si senta incentivato a ripetere quello scenario in maniera naturale. Come?

Inanzitutto instaurando un rapporto sano: un cane che vive una continua sudditanza psicologica nei riguardi del proprietario e che non si sente “completo” da solo sarà sempre più infelice di un cane autonomo. Di conseguenza, è fondamentale insegnargli che è naturale ritagliarsi degli spazi indipendenti nei quali dedicarsi ad attività “personali”. E qui si arriva all’altra importantissima tessera del puzzle: la noia. Molti cani, rimasti da soli in casa, si riversano sugli oggetti che capitano a tiro perché non hanno dei diversivi a cui dedicarsi. Una soluzione può essere rappresentata dai giocattoli interattivi con i quali divertirsi ed impegnarsi per scovare i biscottini nascosti all’interno.

Esistono anche casi di pelosi particolarmente timorosi magari a causa di traumi subiti in passato: anche quello è un sentimento negativo che può “vincere” su di loro quando rimangono da soli. Perciò, bisogna lavorare sulla rassicurazione e sulla costruzione di un’abitudinarietà che possano vivere in serenità. Se pensi che il tuo amico rientri in questa categoria, cerca di dargli attenzioni e premi solo quando è tranquillo e di non “sensibilizzarlo” troppo prima di uscire o quando di rientro a casa, in modo che viva l’esperienza come un’abitudine e non un’eccezione. Puoi allenarlo alla tua assenza gradualmente, allontanandoti inizialmente per pochi minuti e, via via, per lassi di tempo sempre più lunghi.

Il ruolo del veterinario comportamentalista

L’ansia da separazione dei cani, insomma, è un disturbo che può comportare diversi tipi di sintomi (comuni anche ad altre problematicità) e che andrebbe sempre diagnosticato da un veterinario comportamentalista. Un professionista che può suggerirti tutte le strategie più funzionali al tuo caso ed intervenire in maniera specifica qualora non sortiscano effetto: potrebbe valutare anche l’utilizzo di farmaci o integratori a supporto terapeutico.

La parola d’ordine, in ogni caso, deve essere: costanza.

In questo modo, nell’arco di un tempo che può andare da qualche settimana a qualche mese, dovresti essere in grado di apprezzare già i primi risultati e di poter offrire a te e al tuo cucciolo una vita più serena.